La fisica moderna ha dimostrato che le particelle elementari che compongono gli atomi non sono entità solide, ma veri e propri “pacchetti di energia”. Di conseguenza, il termine “atomo” non rappresenta più una realtà tangibile e conoscibile, bensì un costrutto teorico utile per descrivere ciò che, in ultima analisi, resta inconoscibile.

Poiché tutto ciò che esiste è costituito da atomi, e questi a loro volta emettono radiazione elettromagnetica, possiamo affermare che l’intero universo è attraversato da energia in costante movimento. Questa radiazione è generata dai salti quantici degli elettroni tra i sette livelli energetici degli atomi. Tuttavia, noi esseri umani – come tutti gli altri animali – possiamo percepirne soltanto una minuscola porzione, nota agli scienziati come “finestra del visibile”.

Questa radiazione visibile raggiunge la retina, dove cellule specializzate – coni e bastoncelli – la convertono in deboli segnali elettrici. Questi impulsi viaggiano lungo il nervo ottico fino a raggiungere specifiche aree del cervello, che li elaborano dando origine a quelle che chiamiamo “immagini”, ovvero la nostra percezione della realtà. Ma è bene ricordare: ciò che vediamo non è “là fuori”, bensì una costruzione mentale. Per ordinare le informazioni sensoriali, la mente umana utilizza due categorie fondamentali – lo spazio e il tempo – che però non esistono di per sé, ma servono unicamente a organizzare l’esperienza.

L’uomo occidentale moderno, immerso nella convinzione di un mondo esterno oggettivo, ignora spesso questa dinamica. Vive proiettato verso un’illusoria realtà esterna, che in realtà prende forma solo nella propria mente. Le grandi Dottrine Tradizionali, al contrario, da secoli pongono al centro del loro insegnamento proprio questi concetti.

Il concetto di “materia”, dunque, è strettamente legato alla nostra esperienza empirica e al piano dell’esistenza quotidiana. Tuttavia, anche la fisica contemporanea, attraverso i suoi modelli fisico-matematici, conferma l’impossibilità di separare l’oggetto dall’osservatore. Le particelle subatomiche, ad esempio, si comportano sia come onde sia come corpuscoli: non sono oggetti in senso classico, ma entità che esistono solo in relazione al processo di osservazione.

In alcuni approcci filosofico-scientifici si arriva persino ad affermare che nulla esiste indipendentemente dall’osservatore.

Un ulteriore colpo al concetto tradizionale di “materia” lo ha dato Einstein, con la sua teoria della relatività: l’equivalenza tra materia ed energia, espressa dalla celebre equazione E = mc², ha rivoluzionato la nostra comprensione della realtà.

Sono consapevole che questi temi meritano una trattazione ben più approfondita, e che queste brevi riflessioni possano apparire semplicistiche agli occhi di chi già conosce l’argomento. Tuttavia, spero che possano servire da spunto per chi desidera intraprendere un cammino di studio e consapevolezza più profondo.

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